Il Rapporto Ambiente 2023 del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale, pubblicato a febbraio, offre un’ampia panoramica dello stato di salute dell’ambiente italiano.
Gli indicatori
Il documento descrive e confronta le diverse realtà regionali attraverso l’analisi di 21 indicatori per le principali tematiche ambientali. Dalla decarbonizzazione alla circolarità, dall’efficienza energetica alle fonti rinnovabili di energia, dall’agricoltura sostenibile alla biodiversità e tutela del capitale naturale.
I trend positivi e stazionari
Alcuni temi analizzati nel report stanno seguendo un trend positivo, altri invece si stanno allontanando dagli obiettivi per un futuro sostenibile, mentre altri ancora sono in una fase di stallo.
Bene le emissioni di gas serra, ridottesi in trent’anni del 20%, l’energia da fonti rinnovabili, raddoppiata rispetto al 2005, l’incremento della raccolta differenziata dei rifiuti, arrivata al 65% a livello nazionale, e la comunicazione sui temi ambientali, in forte aumento.
Stazionari lo stato di salute di fiumi, laghi e acque sotterranee (mediamente i 2/3 delle fonti d’acqua sono in buone condizioni), la superficie di aree terrestri e marine protette (entrambe da incrementare, in ogni caso), la qualità degli habitat marini (stabile, anche se minacciata dalla presenza di specie aliene, come Ostreopsis ovata, presente nelle acque costiere di 11 Regioni su 15), la diffusione dell’economia circolare e il numero di controlli effettuati dalla rete SNPA (capaci, in media, di analizzare il 25-30% delle strutture industriali a rischio).
I trend negativi
In allontanamento dagli obiettivi la produzione di rifiuti speciali, cresciuta del 7% rispetto al 2019, la qualità dell’aria, migliorata rispetto al passato ma che risulta ancora inappropriata rispetto ai nuovi target dell’OMS, la presenza di specie aliene, arrivate a ben 3.500 e con un trend in crescita, e il consumo di suolo, che, nell’ultimo anno, ha divorato 21 ettari di territorio al giorno.
I prossimi passi
A prescindere dai trend, utili per comprendere l’evoluzione delle strategie messe in atto dalla nostra comunità ma non del tutto capaci di descriverne i dettagli, risulta necessario continuare a puntare verso gli obiettivi concordati a livello europeo e globale. Attraverso politiche determinate e aderenti alle necessità reali dei nostri ecosistemi, potremmo ottenere risultati sbalorditivi.
Un esempio: le emissioni di gas serra si sono ridotte in Italia del 20% dal 1990, ma una buona parte di questa riduzione deriva dalla crisi economica e dalla delocalizzazione industriale, che hanno spostato altrove le emissioni.