Molto attesa da chi ne comprende il valore e la portata, ostacolata in tutti i modi da chi desidera fare business as usual. La Nature Restoration Law, la legge che dovrà non solo tutelare, ma anche ripristinare, alimentandola, la biodiversità degli ecosistemi europei, è stata finalmente approvata. Si stima infatti che, in termini di biodiversità, l’81% degli habitat europei sia in condizioni critiche.
Ora la palla passerà ai singoli Stati, chiamati a recepirla e renderla attuativa.
Una strada in salita
L’iter legislativo non è stato semplice: il testo finale è il risultato di mesi di confronto, a partire da giugno 2022, durante i quali sono state inserite diverse modifiche al testo originario, tanto da giudicarlo come “frutto di un grande compromesso” da più parti. La legge, che dovrebbe vederci tutti piuttosto concordi riguardo ai suoi scopi, dato che tutela il futuro di tutti senza distinzioni, è stata approvata con 329 voti favorevoli e ben 275 voti contrari. La legge rappresenta un formidabile strumento per fermare la crisi ecologica e invertirne la rotta.
Le novità introdotte dalla legge
Tra le disposizioni più rilevanti, si evidenzia l’introduzione del reato di ecocidio, una misura forte volta a punire coloro che danneggiano l’ambiente attraverso atti di inquinamento, e la volontà di intervenire attivamente per far rifiorire la biodiversità in tutti gli ecosistemi compromessi, sia terrestri che acquatici. Quindi di andare oltre il concetto di mera tutela, seppur importante, e di farlo con uno sguardo il più ampio possibile.
Vengono fissati anche degli obiettivi: entro il 2030 dovranno essere ripristinati almeno il 20% degli ecosistemi compromessi, per arrivare al 100% entro il 2050.
L’impatto sull’economia
Questa legge porterà l’economia al tracollo? Secondo i calcoli contenuti nella valutazione d’impatto al Regolamento realizzata dall’UE, no: ciascun euro investito in azioni di ripristino della natura produce dai 4 ai 38 euro di benefici economici.
Inoltre, tutte le più importanti organizzazioni di imprese, a partire dal World Economic Forum, hanno individuato nella perdita di biodiversità uno dei principali fattori di rischio per l’economia globale nel medio e lungo periodo. Una considerazione analoga è stata espressa addirittura dalla BCE. Non sono deliri immotivati, né affezione per una presunta moda del momento: il mondo delle imprese si sta accorgendo che la crisi ecologica è un grande pericolo per la sua stessa sopravvivenza. Sarà per questo che più di 80 CEO di altrettante aziende, anche di rilievo mondiale, hanno firmato una lettera a sostegno dell’approvazione della Nature Restoration Law.
Fonti:
https://data.consilium.europa.eu/doc/document/ST-15907-2023-INIT/en/pdf