In attesa che l’iter di approvazione del Pnacc si concluda, l’ASviS (Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile) ha pubblicato nelle scorse settimane un documento che offre analisi e proposte per assicurare maggiore operatività ed efficacia al Piano nazionale in approvazione.
Il Pnacc
È il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Nel 2015, come diretta conseguenza della nascita dell’Agenda 2030 dell’ONU, è iniziato l’iter per definire ed adattare i concetti delle disposizioni globali alla realtà italiana. A distanza di 8 anni, siamo quasi giunti all’approvazione dei suoi contenuti.
La proposta di ASviS
Il gruppo di lavoro sul goal 11 di ASviS ha elaborato una serie di proposte concrete per rendere gli insediamenti urbani resilienti e centrali nella lotta ai cambiamenti climatici, raccogliendole nel suddetto documento, chiamato position paper.
Gli insediamenti urbani sono sistemi particolarmente fragili e vulnerabili e l’urgenza con cui dovremmo intervenire per renderli resilienti al cambiamento è confermata anche dalla recente attualità: la siccità dell’estate 2022, le alluvioni che si sono succedute fra l’autunno 2022 e la primavera 2023, culminate con l’alluvione del maggio 2023 in Romagna, fino alle ondate di calore dell’estate di quest’anno.
Un piano di adattamento da rivedere
Secondo ASviS, il Pnacc sconta una visione limitata di ciò che dovrebbe essere realmente l’adattamento ai cambiamenti climatici nei contesti urbani. Manca il passaggio concettuale dal verde urbano, inteso come semplice standard urbanistico, alla nozione di rete ecologica.
Il paper propone un maggiore allineamento tra il Pnacc e il quadro tecnico e normativo europeo e nazionale in materia di biodiversità, infrastrutture verdi, verde e forestazione urbana, anche in fase di pianificazione.