In Italia 4 persone su 10 (il 39%) affermano di volersi impegnare, a fine pandemia, “per evitare di gettare il cibo”.
Il 34% risponde di volersi spostare in modalità più sostenibile in futuro, “a piedi oppure in bicicletta”. Un italiano su 3 acquisterà “solo ciò di cui c’è realmente bisogno”, il 31% lavorerà da casa, il 26% andrà in vacanza nei luoghi che non richiedono aereo e 1 italiano su 4, il 25%, dichiara che “acquisterà le cose usate”.
Lo rivela un’indagine Ipsos in collaborazione con Waste Watcher International Observatory: in occasione della Giornata della Terra, ha messo a confronto le risposte dei cittadini di ben 30 Paesi del mondo intorno ai comportamenti sullo spreco alimentare del post-pandemia.
In Messico (63%), Sud Africa (59%), Turchia (52%), India (49%), Brasile e Arabia Saudita (45%), Cina (40%), l’attenzione allo spreco alimentare svetta in vista dei comportamenti virtuosi post-pandemia. Meno sensibili alla questione sembrano essere i cittadini russi (25%), australiani e canadesi (30%), statunitensi (33%).
In Perù (61%) e Colombia (60%) l’impegno sarà soprattutto per la mobilità sostenibile, mentre in Europa è la Spagna che si aggiudica questo primato (37%). La carta d’identità dei cittadini che si impegneranno nella prevenzione degli sprechi inquadra innanzitutto gli under 35 nelle fasce di alta scolarizzazione e alto reddito.
Sono particolarmente sensibili sul fronte della mobilità sostenibile i 35-49enni, e gli under 50 valutano di proseguire la loro attività professionale in smart working, uomini soprattutto (ANSA).