Nell’Atlantico c’è più plastica del previsto: la sua quantità è almeno 10 volte maggiore di quanto si pensava finora. Lo indica la ricerca che ha misurato per la prima volta la quantità di particelle di plastica invisibili, cioè quelle presenti sotto la superficie dell’oceano, stimando che nei primi 200 metri di profondità ve ne siano circa 21 milioni di tonnellate. Pubblicata sulla rivista Nature Communications, la ricerca si deve al gruppo coordinato da Katsiaryna Pabortsava e Richard Lampitt, del britannico National Oceanography Center (Noc).
I ricercatori hanno raccolto campioni di acqua durante la 26ma spedizione Atlantic Meridional Transect, in 12 siti lungo un’area che si estende per 10.000 chilometri da Nord a Sud nell’Oceano Atlantico. In particolare è stata misurata la quantità di particelle di polietilene, polipropilene e polistirene, le tre materie plastiche più comuni che insieme costituiscono oltre la metà dei rifiuti di plastica globali. In ciascun sito sono stati raccolti campioni da tre profondità: a 10 metri, 30 metri e a 100 metri. Sono state rivelate fino a 7.000 particelle di questi tre tipi di polimeri (di dimensioni comprese fra 32 e 651 milionesimi di metro) per metro cubo di acqua. Secondo la stima dei ricercatori la massa di microplastiche “invisibili” che si trova nei primi 200 metri dell’Oceano Atlantico è compresa fra 12 e 21 milioni di tonnellate. Inoltre, sulla base delle tendenze di generazione dei rifiuti di plastica dal 1950 a oggi, gli autori calcolano che la quantità di plastica finita nelle acque e nei sedimenti dell’Atlantico sia compresa tra 17 e 47 milioni di tonnellate. (ANSA).