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Il Rapporto Rifiuti Speciali ISPRA 2024

Il Rapporto Rifiuti Speciali, che presenta i dati relativi all’anno 2022, è giunto alla sua ventitreesima edizione ed è frutto di una complessa attività di raccolta, analisi ed elaborazione di dati da parte del Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’ISPRA, con il contributo delle Agenzie regionali e provinciali per la Protezione dell’Ambiente, in attuazione di uno specifico compito istituzionale previsto dall’art.189 del d.lgs. n. 152/2006.

Il Rapporto Rifiuti Speciali fornisce i dati sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, a livello nazionale e regionale, e per la gestione anche a livello provinciale, oltre che sull’import/export.

La produzione nazionale dei rifiuti speciali è stata quantificata a partire dalle informazioni contenute nelle banche dati del Modello Unico di Dichiarazione ambientale (MUD) relative alle dichiarazioni annuali effettuate ai sensi della normativa di settore. I dati illustrati nella presente edizione del Rapporto si riferiscono all’anno 2022 e sono stati desunti dalle dichiarazioni presentate nell’anno 2023 ai sensi del DPCM 3 febbraio 2023.

Produzione totale dei rifiuti speciali

Nel 2022, analogamente a quanto rilevato per i rifiuti urbani, anche la produzione nazionale dei rifiuti generati dal sistema produttivo nazionale (attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, ma anche di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale) fa registrare una flessione rispetto al 2021, attestandosi a 161,4 milioni di tonnellate (-2,1%, corrispondente a più di 3,4 milioni di tonnellate). Come è noto, il 2022 è stato un anno segnato dall’inizio del conflitto in Ucraina e dalla crisi energetica globale i cui effetti combinati hanno inevitabilmente avuto ripercussioni sul sistema economico nazionale che ancora stava riprendendosi dalla crisi pandemica del 2020.

Riguardo al settore dell’edilizia, nel 2022 sono continuati gli incentivi disposti dal Governo per la ristrutturazione degli immobili mirati alla riqualificazione energetica degli edifici. Tali lavori di costruzione/ristrutturazione unitamente alle attività di cantieri destinati alla costruzione di infrastrutture e opere pubbliche e di edilizia abitativa e commerciale, hanno determinato, maggiori quantitativi di rifiuti da costruzione e demolizione prodotti, pur se con un andamento più contenuto rispetto al 2021.

I rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 93,8% del totale dei rifiuti prodotti, presentano un calo di 2,7 milioni di tonnellate (-1,8%), quelli pericolosi di quasi 680 mila tonnellate (-6,4%).

Produzione totale dei rifiuti speciali per macroarea geografica

Nel 2022 i maggiori valori di produzione totale dei rifiuti speciali si concentrano nel nord Italia con 92,7 milioni di tonnellate (pari, in termini percentuali, al 57,4% del dato complessivo nazionale). La produzione del Centro si attesta a 28,1 milioni di tonnellate (17,4% del totale nazionale), mentre quella del Sud a 40,6 milioni di tonnellate (25,2%).

Al Nord, si rileva, tra il 2021 ed il 2022, un significativo calo della produzione totale dei rifiuti speciali pari a 3,6 milioni di tonnellate (-3,8%), imputabile principalmente ai rifiuti non pericolosi. Tale tendenza riguarda, sia la produzione di rifiuti da operazioni di costruzione e demolizione (-2,2%, circa 1 milione di tonnellate in meno rispetto al 2021), sia le altre tipologie di rifiuti desunte dalle elaborazioni delle banche dati MUD (-5,3%, 2,2 milioni di tonnellate). I rifiuti pericolosi diminuiscono di 427 mila tonnellate (-5,9%), di cui quasi la metà (46,1%) è dovuta ai minori quantitativi di veicoli fuori uso prodotti.

Al Centro, nel biennio in esame, la produzione totale denota un andamento in controtendenza rispetto alle altre aree geografiche, con un incremento di 932 mila tonnellate (+3,4%) quasi interamente ascrivibile ai rifiuti da operazioni di costruzione e demolizione (+9,3%), mentre le altre tipologie di rifiuti diminuiscono (-1,6%). Relativamente ai rifiuti pericolosi, si registra un calo del 6,7%, corrispondente a circa 92 mila tonnellate.

Al Sud, si rileva una flessione complessiva di quasi 714 mila tonnellate (-1,7%), dovuta ai rifiuti non pericolosi che diminuiscono complessivamente di 554 mila tonnellate. Nel dettaglio, aumentano di quasi 1,8 milioni di tonnellate i quantitativi di rifiuti generati da operazioni di costruzione e demolizione (+9,2%) mentre le altre tipologie di rifiuti da MUD diminuiscono di 2,3 milioni di tonnellate (-12,2%). La produzione dei rifiuti pericolosi mostra un calo di quasi 160 mila tonnellate (-7,9%).

Con riferimento all’andamento della produzione di rifiuti pericolosi, si registra un calo dei quantitativi di veicoli fuori uso di 197 mila tonnellate (-27,9%) nelle regioni settentrionali, di 80 mila tonnellate (-28,5%) in quelle centrali e di 122 mila tonnellate nel Sud (-22,1%).

La gestione nazionale

I quantitativi di rifiuti speciali complessivamente gestiti in Italia, nel 2022, sono pari a 176,6 milioni di tonnellate, di cui 167,1 milioni di tonnellate (94,6% del totale gestito) non pericolosi e i restanti 9,5 milioni di tonnellate (5,4%) pericolosi. Il totale gestito è comprensivo dei rifiuti rimasti in stoccaggio presso gli impianti e presso i produttori al 31/12/2022, pari a 19,8 milioni di tonnellate. I rifiuti avviati a forme di recupero risultano pari a 148,2 milioni di tonnellate (83,9% del totale gestito), mentre quelli avviati alle operazioni di smaltimento sono pari a 28,4 milioni di tonnellate (16,1% del totale gestito).

Rispetto al 2021 (178,1 milioni di tonnellate) si assiste a una diminuzione dei rifiuti complessivamente gestiti dello 0,8% (-1,4 milioni di tonnellate). Tale andamento appare coerente con quello rilevato per la produzione dei rifiuti speciali che tra il 2021 e il 2022 fa registrare una flessione del 2,1%, attestandosi, nell’ultimo anno, a 161,4 milioni di tonnellate.

Rispetto al totale gestito, il recupero di materia (operazioni da R2 a R12), costituisce la quota predominante, pari al 72,2% (127,6 milioni di tonnellate), seguono con il 9,8% (17,4 milioni di tonnellate) l’insieme delle operazioni di smaltimento D8, D9, D13 eD14 e, con il 5% (8,9 milioni di tonnellate) lo smaltimento in discarica (D1).

Risultano più contenute, rispettivamente con l’1% e con lo 0,6%, le quantità avviate al coincenerimento (R1, circa 1,9 milioni di tonnellate) e all’incenerimento (D10/R1, 1,1 milioni di tonnellate).

Permangono in giacenza presso gli impianti di gestione, nonché presso i siti di produzione,19,8 milioni di tonnellate di rifiuti. Nello specifico, sono avviati complessivamente alla messa in riserva (R13), prima dell’avvio ad operazioni di recupero, circa 18,8 milioni di tonnellate (10,6%), mentre, al deposito preliminare (D15), prima dell’avvio alle operazioni di smaltimento, 1 milione di tonnellate (0,6%).

L’analisi dei dati di gestione non contempla i rifiuti speciali derivanti dal trattamento di rifiuti urbani che sono stati computati nel ciclo di gestione di questi ultimi (9,4 milioni di tonnellate). Circa 324 mila tonnellate di questi rifiuti sono recuperate come fonte di energia (R1), oltre 2,6 milioni di tonnellate sono incenerite (D10/R1), oltre 4,8 milioni di tonnellate sono smaltite in discarica (D1) e, infine più di 992 mila tonnellate, sono avviate a recupero di materia (R3, R4, R5, R11, R12).

Fonte: https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-speciali-edizione-2024

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