L’economia circolare è uno dei grandi temi del nostro presente e del nostro futuro. A quasi un mese dalle elezioni europee, sono stati presentati a Roma i dati del sesto Rapporto sull’economia circolare in Italia, realizzato dal Circular Economy Network (CEN) e da ENEA.
Per la prima volta, in questa edizione del Rapporto, le performance di circolarità delle cinque maggiori economie dell’Unione Europea (Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia) sono state comparate usando gli indicatori della Commissione europea: produzione e consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza. Anche con questi “nuovi” indicatori, risulta confermato il primato dell’Italia (45 punti) in termini di economia circolare, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e Spagna (26). Il risultato positivo dell’Italia deriva soprattutto dalla gestione dei rifiuti.
Rifiuti
Per quanto riguarda il riciclo dei rifiuti urbani, l’Italia è in scia, con il 49,2% del 2022, per raggiungere l’obiettivo 2025 dell’UE del 55%. La Germania, nello stesso anno di riferimento, è stata capace di riciclare il 69,1% dei propri rifiuti urbani.
Se consideriamo, invece, l’intera produzione di rifiuti (urbani e speciali insieme), l’Italia ha un tasso di riciclo (72%) ben superiore alla media UE (58%). Analogo riscontro emerge dal tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio, con il dato italiano (71,7%) che si discosta dal valore medio europeo (64%) di quasi 8 punti percentuali, e dal tasso di riciclo dei R.A.E.E., che l’Italia ricicla per l’87,1% mentre l’UE, in media, l’81,3%. Va ricordato, comunque, che il nostro Paese, diversamente da altri, raccoglie solo il 33,8% dei R.A.E.E. prodotti.
Consumo dei materiali e materie prime seconde
Nel 2022, ogni italiano ha consumato 12,8 tonnellate di materiali, mentre ogni chilo delle risorse consumate ha fruttato 3,70 € di PIL.
L’Italia è ai primi posti della classifica anche per il tasso di utilizzo circolare di materia: definito come il rapporto tra l’uso di materie prime seconde generate attraverso il riciclo e il consumo complessivo di materiali, nel nostro Paese è pari al 18,7%. Meglio di noi soltanto la Francia, con il 19,3%, mentre la media UE è dell’11,5%.
Gli investimenti in alcune attività di economia circolare nella UE27 sono stati pari a 121,6 Mld di euro, lo 0,8% del PIL, nel 2021. L’Italia con 12,4 Mld di euro (0,7% del PIL) risulta al terzo posto, dietro a Germania e Francia. Rispetto al 2017, l’Italia registra un incremento degli investimenti del 14,5%.
Nel 2021 nella UE27 gli occupati in alcune attività dell’economia circolare erano 4,3 milioni, il 2,1% del totale; in Italia 613.000, cioè il 2,4%, +4% rispetto al 2017; l’Italia è seconda dopo la Germania, che impiega in questi settori 785.000 lavoratori (1,7% sul totale).
Riprendere lo slancio verso la sostenibilità
L’Italia, per molti aspetti, è un esempio in Europa sulla gestione dei rifiuti prodotti e sulla circolarità delle risorse, anche se con qualche ombra. Alcuni trend sono negativi, come il consumo dei materiali (passato da 11,8 a 12,8 t/ab. negli ultimi cinque anni, +8,5%), altri sono lievemente positivi, ma surclassati da quelli di altri Paesi, come l’aumento di produttività delle risorse, che ha registrato in Germania un +19%, in Francia un +18% e in Spagna un +16%, mentre in Italia un contenuto +2,7%.
Fonte: https://circulareconomynetwork.it/rapporto-sulleconomia-circolare-in-italia-2024/