Riscaldamento domestico: le stufe a legna moderne riducono le emissioni di polveri sottili
“Le moderne tecnologie nel riscaldamento domestico a legna, pellet e cippato riducono le emissioni di polveri sottili a poche decine di grammi e, nei casi migliori, con tecnologie ad emissioni “quasi zero”, a pochi grammi. L’introduzione massiccia di queste tecnologie cambierà radicalmente il peso delle biomasse nelle emissioni di particolato. Sono obiettivi che in alcuni paesi europei sono già stati raggiunti concretamente, come certificano i dati ufficiali”. Lo scrive in un comunicato Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali che rappresenta 500 imprese della filiera legno-energia. Aiel risponde allo studio di EEP (European Enviromental Bureau), che sostiene che da stufe e caldaie a legna viene la metà delle polveri sottili nella Ue.
L’Aiel sostiene che “le biomasse legnose rappresentano la principale fonte energetica rinnovabile nel nostro Paese e sono una scelta economicamente vantaggiosa per molte famiglie, ma anche un’opportunità concreta nell’ottica del contrasto al cambiamento climatico”. Per ridurre e risolvere il problema del particolato, “Aiel ritiene prioritario continuare a sostenere il ricambio tecnologico di stufe e caldaie obsolete con impianti moderni e più performanti, in grado di abbattere le emissioni di polveri sottili”.
Aiel cita l’inventario nazionale delle emissioni pubblicato annualmente da ISPRA. In inverno circa il 50% delle emissioni di PM10 sono prodotte dal riscaldamento domestico, a causa di tecnologie obsolete. Nel 2019 il 40,30% dell’energia termica da riscaldamento a biomassa veniva prodotta da camini aperti ed il 18,40% da stufe a legna, mentre solo il 7,9% dell’energia è prodotta mediante stufe a legna “evolute” e solo il 13,6% da stufe a pellet. Nel 2019 tuttavia le emissioni di PM10 del riscaldamento civile si confermano in calo (negli ultimi 10 anni del 24%). Il calo dipende dal turn over tecnologico, raggiunto anche grazie a incentivi come Conto Termico ed Ecobonus. (ANSA).