L’Italia è al secondo posto in Europa per tasso di occupazione nel settore dell’Economia Circolare (riparazione, riutilizzo e riciclo), con il 2,06% rispetto al dato totale, preceduta dalla Polonia che registra il 2,2% (la media europea è dell’1,7%). A livello globale, però, il ‘BelPaese’ è solo 20/o, insieme a Repubblica Ceca e Malta, nell’indice globale di sostenibilità ambientale. A rivelarlo è il CDCA – Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali in Italia – in uno studio in collaborazione con Erion – Sistema multi-consortile per la gestione dei rifiuti associati ai prodotti elettronici (Raae).
“A fronte di una produzione di Raee che, entro il 2030, raggiungerà a livello mondiale un peso stimato di 74.7 milioni di tonnellate – spiega Andrea Fluttero, presidente di Erion Compliance Organization – riteniamo che l’economia circolare sia la chiave per introdurre un nuovo paradigma nella gestione e nel trattamento dei rifiuti. Inoltre, adottando strategie circolari in almeno cinque settori (alluminio, ferro, cemento, plastica e alimenti), le emissioni annuali di gas serra a livello europeo si ridurrebbero di 9,3 miliardi di tonnellate di CO2 entro il 2050”. (ANSA).