Il caldo estivo in città è colpa del cattivo equilibrio tra gli alberi e la cementificazione: pochi alberi e consumo di suolo producono isole di calore, che sono più intense nelle città metropolitane dell’entroterra e crescono con l’aumentare, nel nucleo centrale della città, dell’estensione delle superfici con ridotta copertura arborea e forte impermeabilizzazione. A dirlo uno studio coordinato dal Cnr-Ibe (l’Istituto per la bioeconomia) messo a punto in collaborazione con l’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), e pubblicato su Science of the total environment.
Secondo i risultati “le isole di calore più intense sono state osservate nelle città dell’entroterra e di maggiori dimensioni”: per esempio “a Torino, un aumento del 10% nel nucleo centrale di aree con elevato consumo di suolo e bassa copertura arborea è associato a un aumento dell’intensità dell’isola di calore media estiva di 4 gradi centigradi”. Il caldo “invece è risultato spesso meno intenso e poco evidente nelle città costiere a causa soprattutto dell’effetto mitigante del mare”.
Dall’integrazione delle informazioni usate per lo studio – condotto sul periodo diurno estivo, dal 2016 al 2018, nelle 10 città metropolitane dell’Italia peninsulare – i ricercatori hanno creato un nuovo strumento informativo chiamato ‘Urban surface landscape layer’, cioè un indicatore di copertura superficiale del paesaggio urbano in grado di individuare aree critiche urbane con elevate temperature superficiali. (ANSA).